Longobardi,
mancano poche ore (circa 33) all'attesissimo match contro l'Immobiliare Filosofi.
L'Immobiliare filosofi si caratterizza per avere tra le sue fila il capocannoniere del torneo estivo e di quello odierno, un giocatore pericoloso da ogni parte del campo. La Longobarda può ben sperare per il ritorno del suo bomber Alberto anche se dovrà fare i conti con alcune assenze importanti e giocatori non in perfetta forma. Sicuramente il panettone non avrà fatto bene a nessuna delle due squadre: basti vedere alcuni esempi di grandi squadre, che militano in ambiti impossibili da paragonare al nostro, che hanno fatto delle figure barbine alla ripresa del campionato (Roma, Inter, Juve).
Parlo di attesissimo match perché il risultato di domani sera può voler dire affrontare ai playoff una squadra posizionata ad un gradino più basso in classifica, e quindi risulta decisivo.
Il titolo nasce dalla volontà di provocare tutti voi. Cosa attendiamo per domani sera? Ciò che mi stupisce è che noi, pur chiusi tra cose mortali, tra cose effimere, nella routine quotidiana di tutti i giorni abbiamo un desiderio così potente, così sconfinato. E ce ne rendiamo conto particolarmente in certe circostanze come la partita di domani sera.
Molti poeti hanno cantato attraverso i loro versi di questo sentimento umano così profondo, l'attesa. Scrive Pavese: «Aspettare è ancora una occupazione. È non aspettar niente che è terribile». È drammatico
aspettare, ma è tragico non aspettare niente. Dice Rilke: «Sempre distratto ancora d’attesa, / come se tutto t’annunciasse un’amata». Uno si sorprende “distratto” ad attendere. Come quando uno è innamorato: «A che cosa stai pensando?» «A che cosa credi che pensi?». L’uomo attende; strutturalmente è mendicante. Possiamo dire o fare tutto quello che vogliamo – cercare di distrarci secondo tutte le modalità che conosciamo, essere conniventi con tutta la cospirazione che c’è oggi intorno a questa attesa, ciascuno può aggiungere tutto quello che sa o tutte le strategie che usa per scappare dal guardarla, e anche stando insieme possiamo non avere il coraggio di guardarla –, ma non possiamo strapparci di dosso questa attesa, perché è la struttura della nostra natura, non abbiamo deciso noi di averla, né possiamo decidere noi di sopprimerla, non è da noi che dipende, non possiamo farci nulla. Possiamo, questo sì, decidere di assecondarla oppure di contrastarla, di amarla oppure di odiarla, e questa è l’alternativa che si pone davanti a ciascuno di noi ogni giorno.
La partita settimanale della Longobarda è per me un'attesa, l'attesa ad un incontro con voi amici e con una delle mie passioni più grandi, il calcio.
Allora Longobardi.. fuori gli artigli e carichiamoci di questa attesa!
Il vostro Capitano!
2 commenti:
sig. passerini, ritengo opportuno farle presente che il giornalista trentino mi ha comunicato la risposta al suo post:
PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
Caro Mazzinga parli come se fossi l'avvocato del giornalista trentino :). Comunque capitano grazie per le belle parole spese.n E' proprio vero.......C'è solo un Capitano!!! Un Capitaaaaanooooooo, c'è solo un capitanoooooooo!!!
Per questa sera abbiamo tante assenze, troppe. Sarò costretto a sacrificarmi nonostante le mie condizioni pessime di salute, sennò non arriveremmo nemmeno a 5!!! forza Longobarda!!! Graffiaaaaaaaaaaa
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