Cari longobardi,
è passato tanto tempo dall'ultimo post pubblicato e tante cose sono successe nelle nostre vite.
Tutto è iniziato a settembre 2019 quando il capitano ha lasciato la sua città natale, e la Longobarda, per rispondere ad una nuova avventura lavorativa.
Nel frattempo la Longobarda, a causa delle molte defezioni, ha cercato di reggersi in piedi unendosi ad un altro gruppo di ragazzi desiderosi anche loro di trovare nuovi giocatori.
Così è iniziata l'avventura della Volvo Cup dove la Longobarda, pur mantenendo il suo nome, non ha dimostrato l'ardore degli anni passati. Come è normale nella vita di ognuno era cambiato, o stava cambiando qualcosa: chi ha avuto figli, chi ha trovato lavori molto impegnativi, chi è dovuto stare fermo a causa di infortuni.
L'anno seguente c'è stato un nuovo tentativo di tornare a calpestare l'erba sintetica della Volvo Cup ma, anche in questo caso, con poco successo. La partecipazione dei longobardi è diminuita sempre di più fino ad arrivare al 2022, anno in cui l'esperienza biancorossa è cessata definitivamente.
Questa squadra ha avuto alterne fortune: nata nei primi anni 2000, intorno allo zoccolo duro formato dal presidente Così, Giorgione, il Mèèèèèèr, l'Egregio e Mariolino, si è poi sciolta per qualche anno. Quando è tornata, anno 2012, è stata l'occasione per molti di rivedersi, di rinsaldare il legame di amicizia e di conoscere tanti nuovi amici. Storici sono gli attacchi sul blog all'arbitro dell'Azza Cup, Alessandro, con cui è nata una bella amicizia. Storici erano gli avversari che conoscevamo come le nostre tasche. Storiche le sfide contro i Tre metri sopra il Chelsea, i Bad Boys o il Casaglia. Storiche le sessioni di mercato dove scovavamo dei talenti (le nostre "perle nere", come Aristoteles), ma anche delle fregature. Tra le nostre fila abbiamo aggregato ragazzi speciali ("in campo come nella vita" come recitava la legge di Nereo Rocco): Edu, acquistato durante una sessione di calciomercato nell'appartamento di Marta; Davide, amico di infanzia al campetto di Via Quieta; Stefano, fratello di Davide; Luca, cugino di Davide e Stefano, che poi abbiamo ritrovato negli anni successivi tra le fila dei nostri acerrimi nemici del Casaglia; Lorenzo, chiamato per riempire la rosa di un torneo estivo e mai più andato via e con cui è nata una grande amicizia; Alberto, il giocatore più forte ma anche più matto mai incontrato su un campo di calcio a 5; Giulio, forse uno dei portieri più forti mai visti negli anni (anche se era sensibile ai cucchiai del Mèèèèèèr); Edo, altro giocatore immenso che, prima rivale ma poi fratello, ci ha fatto sognare; il Giova, una punta vecchio stampo che ci ha regalato grandi gioie; Mazzinga, che con la parata di un calcio di rigore durante una finale ci ha regalato la vittoria; Roberto, ragazzo e amico d'oro che spesso ci ha fatto trionfare; il Simy, da attaccante a portiere che ha difeso egregiamente i pali bianco rossi; l'Egregio che col suo diamante ha regalato emozioni; Andri, soldatino fedele e coraggioso, sempre al servizio della squadra e vero uomo team; Alessandro Cicchi che ha capito subito quale fosse lo spirito longobardo e ne ha voluto far parte; Federico, il n.10 che non ti aspetti, tutto fantasia e grandi giocate (storico il gol mentre inciampava); il Feeek, arrivato in sordina ma protagonista di grandi serate di sport; l'immenso Bicio, un grande amico, un grande giocatore (ricordo ancora un post dove scrivevo che con la palla al piede, nonostante la stazza, danzava come una farfalla) e un grande tifoso/allenatore; il Manu, giocatore fantasioso, potente e velenoso. Sempre calmo e posato tranne quando si fece espellere nella palestra dell'Olmo e ci vollero tre dei nostri per portarlo via; Giorgione, figura quasi leggendaria della prima Longobarda, ritornato ad un torneo nel lontano 2013 e poi emigrato per cercare fortuna in Messico, e poi gli amici di una vita Così e il Meeeer con cui abbiamo deciso di far rinascere nel 2012 la squadra e di cui mi sono sempre fidato ciecamente.
Non posso non ricordare come negli anni siamo stati sostenuti e abbracciati dal nostro pubblico: la Chiarina, tifosa n.1 e sempre presente tra gli spalti (la rete del Griphus Stadium); la Letizia, agguerrita come pochi; la Bettina, guasta anch'essa; la Marta, sempre pronta a scendere in campo per difendere i giocatori; la Manu, moglie del Presidente e sempre sorridente; la Valina, con la pioggia o il vento era sempre a bordo campo; Enzo, mio padre, che ha seguito la squadra con passione, fedeltà e un pizzico di pazzia (ancora ricordo la sua invasione di campo nel pallone del Cus Stadium per urlare all'arbitro); l'Arianna che è accorsa sempre a fianco dei colori biancorossi; la Debora, sostenitrice appassionata; Jenia, venuta dalla lontana Siberia per sostenere questa maglia; Fernanda e il suo piccolo campione che sono accorsi in tutti gli stadi della provincia; Eleonora che, seppur nella fase conclusiva e da lontano, ci è stata vicino.
Un ricordo prezioso riguarda la nostra mascotte, Afef. Prima e dopo ogni partita entrava in campo per salutarci e festeggiare. Le tifose fecero anche una maglietta con il suo viso.
Non per ultimi dobbiamo ringraziare chi ha deciso di sostenere la nostra iniziativa di sostegno a distanza. Durante le finali dei vari tornei, sempre più frequenti nel secondo ciclo longobardo, "vendevamo" ad offerta libera dei biglietti della partita (questa idea venne a David nei giorni che precedevano la prima storica finale e vittoria contro i Tre metri sopra il Chelsea). Grazie alla solidarietà di tutti sono 10 anni che aiutiamo il piccolo (ormai non più di tanto) Samuel.
Questo post è per chiudere un ciclo, il ciclo di un gruppo di amici che nella Longobarda ha trovato un modo per stare insieme e divertirsi. Dall'esterno tanta gente è rimasta colpita dalla nostra fratellanza e, in molti, ci hanno chiesto di venire a giocare con noi (purtroppo non abbiamo potuto inserire tutti). Con la vittoria o la sconfitta siamo sempre usciti con il sorriso (storica fu una partita al torneo del Don Bosco di tanti anni fa quando dopo un gol suonarono anche le trombe da stadio, oltre pazza festa in campo. Qualcuno, arrivato da poco al campo, pensò che il nostro fosse un gol vittoria. In realtà era l'unico gol longobardo, dopo averne presi 10) perché sicuri che non era una partita di calcetto a determinare la nostra vita. Questa amicizia ha costruito negli anni e, si sa, che quando un rapporto costruisce significa che è sano, è vero.
Anche se la Longobarda non è più presente nei campi da gioco del perugino noi continuiamo ad essere amici, ciò che è nato non è morto, si è solo trasformato.
Come sempre e per sempre, JUNTOS PODEMOS!
Forza Longobarda!
Il vostro Capitano
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