martedì 23 giugno 2015

La Longobarda attraversa il Rubicone!

Longobardi,
con immenso piacere scrivo le ultime pagelle prima dell’inizio dei playoff.
Il verdetto del campo, o meglio della differenza reti, ha deciso che la Longobarda si è classificata prima!
Guardando a quello che abbiamo fatto, molto, e a quello che dobbiamo ancora fare, ho ripensato a Giulio Cesare e a quel gennaio del 49 a.C. nei pressi del fiume Rubicone.
Il Rubicone segnava il confine tra le terre di Roma e la provincia della Gallia Cisalpina: a Cesare, dopo le vittorie durante le guerre galliche, era stato ordinato dal Senato (il potere) di congedare il suo esercito, abbandonare la Gallia Cisalpina (quindi scordarsi dei lunghi anni di combattimenti e di vittorie) e di recarsi a Roma come privato cittadino. Cesare però aveva intuito che dietro a questa richiesta di sottomissione si ardiva un complotto: da piccolo generale, mandato nelle Gallie per svernare e farsi le ossa, e magari lasciarci anche la pelle, aveva mostrato di possedete tutte le qualità del vero condottiero di Roma.
Poco valeva il tentativo di farlo fuori: Cesare poteva contare sull’estrema fedeltà del suo esercito. Era il generale romano che durante le battaglie aveva combattuto insieme a loro, era lui che davanti ai pericoli si era buttato per primo in mezzo alla mischia, era lui che aveva dato forza e onore ad un esercito di giovani leve. E ora aveva la loro completa fiducia, perché lì, nelle Gallie, i barbari combattevano come bestie, perché lì Vercitorige, comandante dei Galli, aveva dimostrato di poter sconfiggere l’esercito romano se, al comando di esso, fosse stato messo un soldatino qualsiasi. Ma proprio davanti a queste barbarie, a queste bestialità era nato tutto il genio militare e tattico del grande Giulio Cesare.
Al richiamo di Roma, Cesare rispose con l’attraversamento del fiume Rubicone insieme al suo esercito: come commenta Tito Livio, Cesare “Alla testa di cinquemila uomini e trecento cavalli mosse contro l’universo”. Da queste parole capiamo che Cesare varcò un punto di non ritorno.
La Longobarda ha fatto la stessa cosa: con l’inizio dei playoff ha varcato un punto di non ritorno. Non si può guardare indietro ma, un passo alla volta, bisogna guardare in avanti. Abbiamo lottato tanto in questi mesi come Cesare nelle Gallie, e le situazioni e i contesti in cui abbiamo combattuto non sono stati sempre semplici e pacifici. Ogni partita ha significato per l’esercito biancorosso una battaglia.
Cesare con un esercito di soli cinquemila uomini sfidò l’universo, e noi longobardi? Ci tireremo indietro proprio davanti alla conquista di Roma??? Prima di arrivare sotto le sue mura dovremo ancora combattere e soffrire ma sono sicuro che combatteremo e soffriremo come abbiamo sempre fatto. La partita contro il Muscolo Rosso ne è la prova lampante: 10 a 10! Un turbinio di vantaggi, svantaggi, recuperi, miracoli..un’emozione dopo l’altra!

Oggi più che mai ricordiamoci la nostra origine..SIAMO UNA PROVINCIALE!

A voi le pagelle:
-  Simy: poco aiutato dalla compagine difensiva che spesso lo lascia al suo destino. Nonostante questo difende la porta con tenacia e urla al mondo, tutti devono sentirlo, il suo amore per la Longobarda e soprattutto per gli attaccanti biancorossi che devono ricevere i suoi lanci. Subisce un brutto colpo sul petto ma, invece di farsi medicare dalla crocerossina Arianna, nonché la sua donna, si carica come un cacciabombardiere americano e il suo urlo diventa un autentico ruggito. In molti, tra i più romantici, si sono chiesti se quel colpo fosse stato scoccato dal dio dell’amore Eros? Il Simy però, ben poco avvezzo alle smancerie romantiche, sostiene che il colpo al cuore gliel’ha sferrato un pompiere.
SOLO AMORE,   7!

- Così: dirige la difesa con la solita maestria anche se il pranzo romantico a base di cinta senese e vin roscio si è fatto sentire. Il nostro presidente è apparso a tratti un pochino appesantito… Ma chi può biasimarlo? Se fosse stato agli ordini di Giulio Cesare avrebbe attraversato, insieme alla presidentessa, il Rubicone a cavallo del maialino di cinta senese.
BUONGUSTAIO,  7!

- Andrea: il legionario Andrea si è comportato bene nel poco tempo in cui è stato impiegato. Purtroppo era una battaglia per veterani, anche il buon Cesare richiamò al suo cospetto i veterani delle guerre contro i Parti. L’importante, come sempre, è la sua disponibilità a gettarsi nella mischia. Anche quando non gioca dà comunque il suo contributo in berci e gesti dalla panchina…Cesare ne sarebbe orgoglioso!
MEGAFONO,   7!

- Luca: veterano di mille battaglie e di mille assalti all’arma bianca; sbuca fuori dalle trincee biancorosse e si mette al galoppo per raggiungere il suo generale Giulio Cesare che, senza prima vederlo dietro alle colline del Griphus Stadium, non attraversa il fiume. Sferra molti colpi verso i suoi avversari, alcuni decisivi, altri un po’ meno.
VETERANO UMBRO,   8!

- Edu: anche lui, come Luca, richiamato in veste di veterano. La guida degli assedi a fortilizi nemici è il suo mestiere e ci ricorda moltissimo, per tattica e intelligenza, Giulio Cesare nell’assedio di Alesia. Assedio vincente, come vincente il dardo che scocca, a pochi minuti dalla fine, verso la porta avversaria che riporta in parità il match.
VETERANO ETRUSCO,  8,5!

- Lorenzo: il nostro bomber si conferma come il lanciatore numero 1 di dardi per i prossimi giochi olimpici. Le sue bombe fanno fischiare l’aria e vanno veloci come il vento, tanto che Cesare l’ha voluto con sé e richiamandolo dalla pensione anticipata in cui l’aveva mandato Roma.
AGENTE ATMOSFERICO,  8!

- Bicio: anche per lui pochi minuti di battaglia, ma comunque importanti per riportare a casa una prestazione più che sufficiente. Entra carico nel teatro di guerra in cui si sta consumando la tragedia e difende palla, gioca di sponda e si propone per i colpi decisivi. Offre la possibilità al veterano umbro di scoccare la picca decisiva. Grande cuore, forza e volontà!
FORZA DELLA NATURA,  7!

- Mister David: non facile la partita della Longobarda e quindi non facile la sua posizione di mister: sembra un laureato in matematica armato di cronometro e geometrie da far ritornare. Urla, gioisce e si infervora ad ogni gol longobardo. La sua presenza risulta sempre decisiva ai fini delle prestazioni della squadra. Un mister così nessuna squadra dell’azza cup ce l’ha!
ALAN TURING,  7,5!



Ringrazio il pubblico presente!!! Continuate ad avanzare insieme alla Longobarda e al suo esercito!



JUNTOS PODEMOS!





Il vostro Capitano!

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GLI ULTRAS LONGOBARDI

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