Longobardi,
la
battaglia
di Olmo
nome in codice operazione
Colomba Pasquale,
fu una grande offensiva longobarda avvenuta tra il 20 e il 22 marzo.
Fu una delle più violente e sanguinose battaglie di tutto il fronte
della corcianese; i diari dei soldati al fronte ricordano che
l'offensiva ebbe inizio all'incirca alle ore 21,30 del 21 marzo
terminando poi dopo una cinquantina di minuti. Lo scenario vide
contrapposti da una parte l'esercito longobardo capitanato dal Fefy e
dall'altra il Deportivo la Carogna guidato sapientemente da Bobo.
Olmo costituì un punto di svolta cruciale della guerra in quanto
segnò il momento in cui il peso principale delle operazioni nel
fronte corcianese passò nelle mani longobarde, facendo svanire le
concrete possibilità di raggiungimento in classifica da parte del
Deportivo la Carogna.
Questa
spaventosa battaglia divenne una sacra leggenda, sinonimo di forza,
eroismo e sofferenza, i cui effetti e ricordi perdurano ancora oggi;
fu la più lunga battaglia di ogni tempo, coinvolse gli otto quarti
delle armate longobarde, e benché nella storia, ci siano state
battaglie anche più cruente, Olmo detiene probabilmente, il non
invidiabile primato di campo di battaglia con la maggior densità di
morti per metro quadro. Il fatto d'armi che più si avvicina all'Olmo
fu la battaglia di Chiugiana contro il Casaglia e la prima battaglia
d'indipendenza longobarda contro l'Atletico disagio. All'Olmo lo
scopo dell'offensiva biancorossa fu quello di "dissanguare
goccia a goccia" l'esercito avversario. Lo scopo era quello di
convogliare il maggior numero di truppe nemiche in un solo settore,
per poi colpirlo con la massima potenza possibile con il violento
impiego di artiglieria,
in modo da infliggergli il maggior numero di perdite possibile. E
così è stato!
La
paura della Longobarda di venire raggiunta in classifica, in caso di
conflitta, dal Deportivo la Carogna e trovarsi impatanata in una
nuova disastrosa ritirata, fece crescere nelle file dei suoi
ufficiali – ser Andri e sua egregità Rob - la stima nella teoria
dell'attacco a oltranza in base alla quale: «se il nemico osava
prendere l'iniziativa anche per un solo istante, ogni pollice di
terreno doveva essere difeso fino alla morte e, se perduto
riconquistato con un contrattacco immediato anche se inopportuno». I
comandi longobardi fecero pieno affidamento su questa teoria,
ritenendo inizialmente inutili e superflue anche le armi di cui
l'esercito del Deportivo dell'epoca faceva già ampio uso, come
l'artiglieria pesante a supporto della fanteria e l'uso manovrato
delle mitragliatrici
La
Longobarda, in una lotta corpo a corpo su spazi stretti, come fanti
in trincea, ha spazzato via l'esercito nemico dopo una estenuante
battaglia.
Questo successo
entrerà nella memoria di tutti coloro che hanno assistito, con i
loro binocoli o monocoli, dalle alture soprastanti il campo di
battaglia. I testimoni ricordano grida di orrore da parte dei due
eserciti intervallate da urla di giubilo da entrambe le parti (a
seconda di chi andava a segno con i propri colpi di artiglieria).
L'esercito longobardo
rimane PROVINCIALE, ma consapevole di volersi tener stretta la
classifica finora sudata.
Dalla pianura
dell'Olmo è tutto: Longobarda batte Deportivo la Carogna 11 a 9!
Pagelle:
- Simy: in più di una occasione regge da solo la difesa e si
distende per allontanare le bombe gettate nella sua trincea. Plasticità
e tranquillità, ne è un esempio la parata decisiva nel finale quando
l'obice avversario lascia partire un proiettile indirizzato proprio
dentro alla sua trincea. E lui.. Zac! Con una manata, come fosse la cosa
più tranquilla del mondo allontana il pericolo.
GUARDIA SVIZZERA, 8,5!
GUARDIA SVIZZERA, 8,5!
- Roberto: il ruolo di staffetta che gli è stato dato dagli
alti comandi viene svolto a perfezione: corre da una parte all'altra del
campo di battaglia portando con sé messaggi che uniscano i vari reparti
longobardi. E all'occorrenza non si fa mancare qualche incursione in
territorio nemico per lanciare bombe a mano. Alla fine della battaglia
uscirà dal campo stremato ma contento come un bambino.. Suo il colpo che
garantirà la vittoria finale!
NESCAFFÈ, INTENSAMENTE VERO, 9,5!
NESCAFFÈ, INTENSAMENTE VERO, 9,5!
- Cosi: sono lontani ormai quei tempi in cui il nostro
caporalmaggiore sedeva sulle retrovie con una chiappa ingessata (causa
un proiettile nemico). Si mischia nella fanghiglia più putrida e
difende, a colpi di baglionetta, la sua posizione senza regalare nulla
al nemico. Accoglie gli insegnamenti di tanti generali che in passato ci
addestrarono alla battaglia e, in situazioni di pericolo, spazza
lontano ogni tipo di insidia.
N'NÈ. VERGOGNA, 9,25!
N'NÈ. VERGOGNA, 9,25!
- Manu: scambiato dagli avversari in soldato proveniente
dalle colonie del Maghreb, fa un gran mischione in mezzo al campo.
Regala alla sua squadra dei bei pezzi d'autore, specialmente nel lancio
di bombe a mano, una in particolare si infilerà proprio sotto le
palizzate che reggevano la trincea nemica. Lotta e, come il cugino
Cosimo, si rotola nel fango e prende a zampate il suo diretto
avversario, conosciuto anche con il nome l'serpe.
ZUAVO, 9!
ZUAVO, 9!
Edu: addetto al telefono per le comunicazioni in trincea e
nelle retrovie Essendo la trincea lunga svariati chilometri, porta i
fili ai vari snodi e mette in comunicazione tutto l'esercito longobardo.
Come la staffetta che porta i messaggi, anche il suo ruolo è
fondamentale perché permette a tutti i combattenti e non solo di essere
vigili e concentrati, pronti per qualsiasi attacco o cambio di posizione
sul campo.
Corre e riesce in breve tempo a srotolare questa enorme ragnatela di cavi telefonici e, grazie anche al suo lavoro, la Longobarda arriverà alla vittoria.
GUGLIELMO MARCONI, 9,5!
Corre e riesce in breve tempo a srotolare questa enorme ragnatela di cavi telefonici e, grazie anche al suo lavoro, la Longobarda arriverà alla vittoria.
GUGLIELMO MARCONI, 9,5!
Andrea: fante di vocazione, bombardiere per esigenza! Suo è
il colpo che fa barcollare il nemico nel finale della battaglia. Più
volte aveva tenuto in allerta la difesa avversaria con le sue incursioni
alla baionetta! Riesce a dire la sua anche nel mezzo della burrasca e
del polverone recuperando in più occasioni l'importante bomba pallone
che sembrava persa.
Medaglia d'oro al valore per essersi distinto sul campo di battaglia e aver mantenuto lucidità e destrezza.
Medaglia d'oro al valore per essersi distinto sul campo di battaglia e aver mantenuto lucidità e destrezza.
MARCO TARDELLI, SPAGNA '82, 9,15!
Verso la fine della battaglia fa quello che può essere considerato un colpo decisivo: crea il varco alla nostra staffetta Roberto per lanciare una bomba che distruggerà definitivamente il quartier generale nemico.
ANDREA HOFER, IL TIROLESE CHE SFIDò NAPOLEONE, 9,5!
Allenatore/Dirigente Enzo, Nicola e Mèèèèèèèèèèr: decisi, impavidi, sicuri nelle scelte. Sembrano il Bep Guardiola di Barcellona, anche se il loro stipendio è pagato solo in forti emozioni.
Urlano indicazioni, lottando insieme ai loro soldati, fianco a fianco, attaccati alla trincea.
A fine battaglia saranno scossi come se avessero combattuto.
ANNIBALE BARCA, 9!
Un ringraziamento va, come al solito, alla tifoseria. Dalle alture sopra la trincea ci ha guidati con le sue urla e il loro entusiasmo è stato per noi vitale. Grazie di cuore!
10!
Il riscaldamento pre battaglia già faceva intravvedere la nostra vittoria!
JUNTOS PODEMOS!
Forza Longobarda!
Il vostro Capitano!
Un ringraziamento alla tifoseria